Questa settimana abbiamo intervistato un digital creator davvero bravissimo.
Si chiama Giuseppe Flavio Pagano, ma gli amici lo chiamano Flavio, lo trovate su Instagram, il suo handle è @dejalanuit ed è il digital creator di quest settimana. Le sue fotografie estremamente curate, piene di dettagli, di senso estetico e di storie da raccontare. Hanno catturato decisamente la nostra attenzione e così lo abbiamo contattato per scambiare due parole. Ecco cosa ci ha raccontato!
1 Ciao Flavio, chi sei? Ci parli di te?
Potrei rispondere cosa faccio di lavoro, ma questo non sempre dice ciò che siamo. Mi piace sommare tante cose in una sola vita: per esempio sono legato a diverse regioni, la Liguria per esserci nato, ma soprattutto la Sicilia e la Toscana. Ho una parlata un po’ strana che mescola “c” aspirate toscane e le vocali aperte del palermitano. Ho anche sommato più infatuazioni: ho studiato storia contemporanea, ma sono passato alla comunicazione aziendale sui social. Prima ancora ero un giornalista musicale. Tutto quello che può essere trasformato in narrazione diventa per me interessante, che si tratti di un viaggio, una scena, un viso, una canzone.
2 Che poster avevi appeso in camera quando eri teenager?
Non era un vero e proprio poster, ma un ritaglio di Rolling Stone. Erano gli U2 ai tempi di “All That You Can’t Leave Behind”, un disco che mi ha segnato soprattutto gli ultimi anni di liceo. Mi rivedevo molto nel testo di Walk on, il pezzo più bello di quel disco.
3 Soggetto preferito da immortalare? Perché?
Un tempo avrei risposto senza dubbio architetture e paesaggi urbani. Ero in fissa con le suggestioni che mi davano le città, soprattutto in alcuni momenti del giorno. Oggi mi stimolano più i ritratti. Il lavoro inizia ben prima dello scatto, quando cerco di capire i micro-movimenti, i gesti più frequenti, le sfumature dello sguardo di chi andrò a ritrarre. Nel momento dello scatto si consuma un atto di seduzione implicita: la foto testimonierà poi quell’istante d’intesa.
4 Ci racconti il tuo processo creativo?
Vi ho detto un po’ come funziona per i ritratti. Ma in generale ogni mia fase creativa è sempre preceduta da uno sguardo d’insieme che lancio su un paesaggio, una chiesa o un vicolo. Quando mi è chiara la situazione e ho già la foto in testa decido di tirar fuori il cellulare o la reflex. La realtà ci pone davanti a dei duelli, ma estrarre la spada per selezionare solo una parte di quello che vediamo arriva sempre come ultimo atto.
5 Un personaggio famoso (anche storico) a cui vorresti fare un ritratto?
6 Le tue 3 app preferite per photo editing?
Per anni ho usato VSCO Cam sino a consumarla. Avevo collezionato tutti i filtri possibili, ma alla fine usavo sempre i soliti 3-4 preset. Poi ho cominciato ad apprezzare anche Snapseed e Lightroom mobile, soprattutto per delle modifiche alle curve dei colori. Se devo dirla tutta però la soluzione migliore rimane Lightroom su desktop, per avere il controllo pieno di ogni aspetto della foto.
7 Tre consigli da dare a chi sta cominciano ora con Instagram?
E come ultimo consiglio: provate a toccare il lato emotivo, a proporre contenuti che trasmettano un’atmosfera, che vadano oltre un panorama o una colazione sul tavolo. Sono proprio questi elementi che vi renderanno memorabili nel mare magnum di Instagram.
8 Dove ti vedi tra 5 anni?
Avrò sempre una reflex in mano e qualche storia da raccontare.